Le facce nascono nei momenti di vuoto misto a noia del mio 2017. Nel tempo così, ciò che nasce come uno scacciapensieri, diventa un vero e proprio progetto di rappresentazione e lentamente si inizia a delineare ciò che è diventato il mio stile attuale. Il contenuto comunicativo dei miei disegni nasce infatti in modo inconsapevole, è solo dopo parecchio tempo e riflessioni che riesco io stessa ad interpretarlo.
Il nucleo emotivo della mia pratica si pone nella commistione di emozioni grigie che al giorno d’oggi, in un modo o nell’altro, tendono a unire e accomunare l’essere umano. Essere individui ma allo stesso tempo parte di un insieme incapace di farci sentire rappresentati.
Sensazioni come noia, letargia, afflizione e nausea che talvolta sfociano in rassegnazione, insoddisfazione ed incapacità di interagire con gli altri. Tali volti, costantemente assorti nei loro pensieri, sono talmente esausti di essere sopraffatti da tali emozioni da non avere nemmeno un corpo.
(Nascono unicamente forniti della testa necessaria a razionalizzare il loro ambiente circostante.)